Passa al contenuto

DOP spiegato semplice:

cosa NON è, cosa è davvero e come si manifesta
25 novembre 2025 di
DOP spiegato semplice:
marikadante@outlook.com
| Ancora nessun commento

Quando si parla di DOP (Disturbo Oppositivo Provocatorio), spesso si immagina un bambino “ribelle” o un ragazzo “maleducato”.

La realtà è molto diversa – e molto più delicata.

Il DOP non è cattiveria, non è manipolazione, non è mancanza di educazione.

È un modo diverso di reagire al mondo quando ci si sente costantemente sotto pressione, incompresi o senza controllo su quello che succede.


Cosa il DOP NON è


Partiamo da qui, perché serve fare pulizia:

  • non è disobbedienza volontaria;

  • non è un “capriccio che dura troppo”;

  • non è un bambino che sfida per gusto;

  • non è un genitore che ha “sbagliato”.

Il DOP è una combinazione di impulsività, rigidità emotiva e bisogno di controllo, che si attiva soprattutto quando la persona si sente messa alle strette.


Cosa è davvero

Il DOP è una modalità di funzionamento in cui:

  • le frustrazioni vengono percepite molto più intense;

  • le richieste dall’esterno sembrano invadenti o minacciose;

  • le regole vengono vissute come imposizioni personali;

  • la rabbia sale velocemente e scende lentamente;

  • il bisogno di avere voce e controllo supera tutto il resto.

Non è “voler litigare”.

È che il cervello, in quel momento, vede un conflitto anche dove non c’è.


Come si manifesta nella vita reale

Chi ha DOP può:

  • discutere su qualsiasi richiesta, anche minima;

  • sentirsi accusato anche quando non c’è accusa;

  • arrabbiarsi in modo rapido e intenso;

  • reagire con opposizione quando si sente controllato;

  • rifiutare aiuti e consigli;

  • trovare ingiustizie ovunque.

Ma può essere anche:

  • leale fino all’osso;

  • sensibile sotto la corazza;

  • estremamente intelligente;

  • creativo nel trovare alternative;

  • incapace di lasciare andare le cose che gli stanno a cuore.


Dentro al comportamento c’è un bisogno

Il DOP non nasce per “distruggere la pace”.

Nasce da:

  • un bisogno di sentirsi ascoltati;

  • un bisogno di autonomia;

  • una difficoltà a gestire emozioni forti;

  • una percezione amplificata dell’ingiustizia;

  • un basso margine di tolleranza alla frustrazione.

E quando questi bisogni non trovano spazio, arriva l’opposizione.


E per i genitori?

La gestione non è “polso duro” o “condiscendenza totale”.

È trovare una via di mezzo basata su:

  • chiarezza,

  • poche regole ma molto coerenti,

  • validazione delle emozioni,

  • routine stabili,

  • e un linguaggio che non accenda la miccia.

Non servono lotte continue: serve un sistema che non faccia naufragare i due.


In sintesi

Il DOP non è una battaglia da vincere.

È un modo di funzionare che va compreso, rispettato e gestito con strategie concrete.

E quando questo succede, la qualità della vita di tutta la famiglia cambia profondamente.

Condividi articolo
Archivio
Accedi per lasciare un commento
ADHD: oltre i cliché.
Come appare davvero nella vita di tutti i giorni