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ADHD: oltre i cliché.

Come appare davvero nella vita di tutti i giorni
25 novembre 2025 di
ADHD: oltre i cliché.
marikadante@outlook.com
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Quando si parla di ADHD, spesso si pensa a un bambino che non sta fermo o a un adulto disorganizzato che perde tutto.

La verità è molto più complessa – e molto più reale – di così.

L’ADHD non è un’etichetta, non è un difetto caratteriale, e soprattutto non è “mancanza di volontà”.

È un modo diverso di funzionare. Punto.

E questo modo di funzionare si vede nella quotidianità, non nei manuali.


Non è pigrizia: è fatica invisibile

Chi ha l’ADHD spesso combatte contro cose che agli altri sembrano semplici.

Non perché non voglia farle, ma perché il suo cervello non “aggancia” subito il compito.

Da fuori può sembrare lentezza, superficialità o svogliatezza.

Dentro, invece, c’è un enorme sforzo per iniziare, per restare concentrati, per non farsi travolgere dagli stimoli.

L’energia mentale spesa è il doppio.

La comprensione da parte degli altri, spesso, la metà.


Il paradosso dell’iperfocus

C’è poi l’altra faccia dell’ADHD: l’iperfocus.

Quella capacità di immergersi completamente in qualcosa che interessa davvero, al punto da dimenticare il resto del mondo.

È una forza enorme, ma anche una trappola: puoi lavorare cinque ore filate senza accorgerti di aver saltato pranzo, oppure finire dentro un progetto lasciando tutto il resto in sospeso.

Non è mancanza di equilibrio: è un cervello che funziona “a tutto o niente”.


Le emozioni non arrivano mai tiepide

Nell’ADHD le emozioni sono forti, rapide, a volte ingestibili.

Entusiasmo grande, frustrazione grande, rabbia grande, ansia grande.

Tutto arriva amplificato.

Non significa essere drammatici.

Significa avere un sistema emotivo che reagisce velocemente e in modo intenso, spesso prima che ci sia il tempo di riflettere.


L’ADHD non è solo difficoltà: è anche potenzialità

Chi vive con l’ADHD sviluppa spesso un modo speciale di osservare le cose:

creatività, intuizione, capacità di trovare strade alternative, sensibilità fuori dal comune, pensiero veloce.

Non è romanticizzazione.

È riconoscere che un cervello diverso non è un cervello sbagliato: ha solo bisogno degli strumenti giusti.


E nella vita quotidiana?

L’ADHD lo vedi qui:

  • parti mille volte e raramente finisci;

  • ti saltano le priorità;

  • la testa è piena, il corpo è stanco;

  • organizzi, poi disorganizzi;

  • fai tanto, ma sembra che non basti mai;

  • ti senti sempre un po’ “dietro”.

Eppure, vedi anche questo:

  • quando ti accendi, crei cose bellissime;

  • hai intuizioni che gli altri non vedono;

  • senti gli altri in profondità;

  • trovi soluzioni dove gli altri vedono muri.


Cambiare prospettiva cambia tutto

Conoscere l’ADHD vuol dire iniziare a guardarsi con più gentilezza e meno giudizio.

Vuol dire capire che non devi diventare un’altra persona: devi imparare a gestire il tuo cervello per come è fatto davvero.

Questo blog nasce anche per questo: per darti strumenti semplici, concreti e quotidiani.

Per farti sentire meno solo e più compreso.

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